INTERVISTE

Mattia Cason // Le Etiopiche

Sei già stato a Gorizia?
Se sì, una cosa che non hai mai più scordato:
Si sono stato, non ho mai più scordato il cimitero ebraico e la tomba di Carlo Michelstaedter

Secondo la tua personale esperienza:
La danza è…
esperienza mistica del vivere
La danza può… far esperire l’ubiquità e la compresenza di passato/presente/futuro 
La danza sarà… quello che è sempre stata, esperienza mistica del vivere

La cosa più difficile che la danza ti ha fatto sperimentare:
scoprire e ammettere a me stesso di non essere un grande danzatore

La cosa più bella che la danza ti ha fatto scoprire:
la realtà delle cose

Un consiglio a una compagnia che inizia:
essendo anch’io agli inizi non saprei… forse “occhio a non farvi sfruttare”

Un augurio al tuo pubblico:
Un’Europa più unita, un’Europa unita più afroasiatica

Cosa ha ispirato il tuo spettacolo, in 3 parole:*
Europa, al-Khidr, Pasolini

Ora convincimi a venire a vederlo:
“Ho bisogno di un consiglio per fare l’Europa Unita”

Nyko Piscopo // Memento

Sei già stato a Gorizia?
Non ancora. Mi intriga molto la sua posizione geografica e quindi mi piacerebbe vivere l’atmosfera mitteleuropea che, suppongo, la contraddistingue.

Secondo la tua personale esperienza:
La danza è una scelta importante di vita.
La danza può cambiare le persone e le cose.
La danza sarà sempre in tutto ciò che si muove.

La cosa più difficile che la danza ti ha fatto sperimentare:
La danza mi ha insegnato ad esplorare me stesso e le persone con cui lavoro, oltre il corpo, nell’anima.

La cosa più bella che la danza ti ha fatto scoprire:
La libertà e la verità del movimento.

Un consiglio a una compagnia che inizia:  Deve essere una scelta personale consapevole e convinta: anche se si fa parte di un team, bisogna stare bene con se stessi ed avere ben impressi gli obiettivi personali per poi trasmetterli ai colleghi. Inoltre bisogna tener presente che l’arte è una dimensione che va accettata per i suoi pregi e per i suoi difetti, senza rimorsi.

Un augurio al tuo pubblico:
Spero che questa creazione possa lasciarvi liberi di viaggiare tra i ricordi, le emozioni e nella bellezza, anche per un solo momento.

Cosa ha ispirato il tuo spettacolo, in 3 parole:
La necessità di condividere.

Ora convincimi a venire a vederlo:
Se hai bisogno di allontanarti dalla realtà per guardare la particolare bellezza di quattro corpi danzanti e dedicare un momento al tuo bisogno di sognare o semplicemente per rievocare un tuo ricordo, Memento è lo spettacolo da guardare in questo momento.
Ti aspetto, Nyko.

Andrea Costanzo Martini // Première

Sei già stato a Gorizia? No, purtroppo.

Secondo la tua personale esperienza:
La danza è…
parte essenziale della natura umana.
La danza può…scavare nell’anima.
La danza sarà…quello che più mi mancherà quando non avrò più un corpo.

La cosa più difficile che la danza ti ha fatto sperimentare: l’incontro con lati di me di cui non vado fiero (competitività, invidia, frustrazione)

La cosa più bella che la danza ti ha fatto scoprire: che nulla rimane e nulla si ripete. Che ogni momento è va assaporato per quello che è.

Un consiglio a una compagnia che inizia: prendetevi tutto il tempo necessario, e un po’ di più.

Un augurio al tuo pubblico: più che un augurio un invito a posare le armi e a lasciarsi incantare.

Cosa ha ispirato il tuo spettacolo, in 3 parole: i fantastici interpreti.

Ora convincimi a venire a vederlo: Premiere è uno spettacolo che celebra il piacere del danzare senza secondi fini. È un rito che mette il corpo e il desiderio di muoversi al centro del discorso. Senza prendersi troppo sul serio.

Ezio Schiavulli // HERES: NEL NOME DEL FIGLIO

Sei già stato a Gorizia?
Se no, una cosa che sogneresti di trovare: Un ambiente sano, sereno, dove l’aspetto artistico e lo scambio siano al cuore dell’ospitalità. 

Secondo la tua personale esperienza:
La danza è…
un vasto mondo di relazioni interne ed esterne, una costante evoluzione di sé, del proprio corpo e della consapevolezza del proprio essere nello spazio e con gli altri. Un linguaggio, uno scambio, una filosofia di vita, una professione…   
La danza può…creare unioni interpersonali, elaborare nuove visioni di sé e dell’universo che ci circonda. Può aprire orizzonti sociali e di scambio ma altresì, essere un trampolino per una sana costruzione culturale di un territorio che ha voglia di nuove prospettive. 
La danza sarà…sempre un’arte primordiale, un linguaggio di unione e condivisione. Uno spazio virtuale tra anima e corpo, tra l’individuo e il mondo sociale. Sarà sempre l’energia che costituirà luoghi e incontri, relazioni umane.

La cosa più difficile che la danza ti ha fatto sperimentare: La relazione alle pressioni politiche e alle influenze passeggere di moda e di mercato culturale che piegano molto spesso l’essenza dell’universo artistico. 

La cosa più bella che la danza ti ha fatto scoprire: Non farsi soffocare dalle difficoltà, anche se complesse, ma cercare continuamente nuove risorse e motivazioni personali. Non cadere nel sedentarismo ma essere sempre alla ricerca di nuovi stimoli…lasciare sempre lo spazio alle scoperte e agli incontri, allo stupore e all’animo generoso.  

Un consiglio a una compagnia che inizia: essere sempre in costante ricerca, creare collaborazioni di ogni genere, porsi spesso quesiti ma sapersi, al tempo stesso, ricompensare.
Non perdere mai l’obiettivo primordiale della danza: forma di aggregazione e di scambio. Essere sempre generosi e all’ascolto. Imparare a rispettare questo mondo come qualsiasi universo professionale, scindendo tra passione e professione evitando, quindi, di esserne sopraffatti. 

Un augurio al tuo pubblico: Di lasciarsi trasportare dalle emozioni, di non cercare di costruire una logica drammaturgia teatrale nella danza ma, di cogliere con estrema libertà la poetica, l’energia e la sincerità attraverso i gesti, le relazioni sceniche tra gli interpreti e la scenografia. Perché anche un’oggetto, come nell’immaginario di un/a bambino/a, può trasformarsi in personaggio. Vivere la visione di una pièce come un viaggio…dove il percorso è una condivisione tra l’artista che lo cede e il pubblico che lo riceve.

Cosa ha ispirato il tuo spettacolo, in 3 parole: Ho voluto raccontare in questo lavoro di un padre batterista che mi ha trasmesso l’amore per la curiosità artistica ma allo stesso tempo la durezza dell’incomprensione. 
Ho ampliato la visione del rapporto Padre-Figlio, analizzando la posizione dell’erede, chiedendomi in che momento della vita avviene l’accettazione del ruolo dell’altro come “semplice uomo” e non come un’immagine idealizzata.

Ora convincimi a venire a vederlo: HERES: NEL NOME DEL FIGLIO, è un lavoro che parte da una reale energia pulsante, da un sentimento concreto che scuote il tempo e lo spazio. Non si nasconde dietro un concetto o la paura di essere eccessivo, questo lavoro vuole condividere, senza filtri, la bellezza e la resistenza tra Padre e Figlio, tra cedere e conservare, tra l’accettazione e repulsione. HERES è una comunicazione tra musica e danza. È un gioco di ruoli, tra i due batteristi e il danzatore.
Noi, in scena, non fingiamo ma riviviamo ogni giorno quel viaggio che dedichiamo, con la stessa intensità, ogni volta, a coloro che si lasciano trasportare!

Monica Casadei // Pasolini - Fuochi segreti

Sei già stata a Gorizia?
Si, sono stata a Gorizia non come coreografa ma ho amici carissimi che si sono trasferiti qui da Ferrara quindi conosco la città. 
Una cosa che non ho mai più scordato è una sorta di serenità, tranquillità ed efficienza. Il Friuli, con il Carso e la sua storia, il suo clima di frontiera è una regione unica, suggestiva aperta.  
 
Secondo la tua personale esperienza:
La danza è/ la danza può / la danza sarà:
 La danza un’espressione artistica fra le più raffinate, complesse, fra le più aperte alla contaminazione, all’incrocio fra le arti (abbiamo chiamato il nostro festival Intersezioni – incroci di arti performative). La danza si presta generosamente a questo desiderio costante di ricerca, di incontro non solo fra corpi, ma fra altre forme d’arte. Una sorta di comunione, di armonia, di interazione. Un’arte totale e vicina alla vita, proprio perché il suo strumento è il corpo, che incarna e vive sul palcoscenico una storia che va molto al di là dei titoli e dei soggetti trattati dallo spettacolo. Ogni corpo ha la propria storia, la propria capacità evocativa prima ancora che il coreografo possa plasmarlo e indirizzarlo: i danzatori sono corpi, che racchiudono vite antiche ed il seme di vite future, di nuove generazioni 
 
La cosa più difficile che la danza ti ha fatto sperimentare: 
La cosa più difficile che la danza mi ha fatto sperimentare è sicuramente la relazione con l’altro da me, aspetto fondamentale sia come danzatrice che come coreografa e direttrice artistica. Una continua messa in discussione, un continuo confronto sia sul piano gestionale della compagnia che con l’equipe artistica. Fare squadra significa relazionarsi in ogni momento, trovare l’armonia e il punto d'incontro, lavorare per gli stessi obiettivi in un clima pacifico e costruttivo. Essere il coach di squadre numericamente importanti, composti di personalità molto diverse, ognuno con la propria storia e le proprie esigenze è una sfida quotidiana. Ma è anche la magia dell’incontro, mai casuale, con persone e artisti straordinari.   
 
La cosa più bella che la danza ti ha fatto scoprire:
La cosa più bella che la danza mi ha fatto scoprire è innanzitutto me stessa. La danza è un avvicinamento al nostro io più profondo quindi diventa quasi un atto filosofico o almeno per me lo è stato. Ho anche studiato filosofia all’università quindi per me è stato un atto filosofico e psicanalitico, di accesso a delle profondità della nostra anima, del nostro inconscio, del nostro irrazionale. E’ la possibilità di lavorare insieme e dentro il nostro corpo, è quasi come partorirsi ogni volta, ogni giorno e creare gli spettacoli significa mettere in scena i drammi che hanno popolato e popolano le storie di tutti.    
 
Un consiglio a una compagnia che inizia: 
Il consiglio ad una compagnia che inizia è quello di avere una grande umiltà, una grande tenacia e una grande forza di carattere. Sono doti che un po’ ci dà madre natura e un po’ si acquisiscono temprandosi con l’esperienza. È importante guardare l’obiettivo ma anche cercare l’equilibrio e l’armonia, il che significa a volte fare anche un passo indietro ma sempre con fede, speranza e fiducia: quest’ultima per me è stata fondamentale. Avere molta fiducia nella vita, in ciò che accade, anche se a volte può sembrare un’ingiustizia o un ostacolo. Trovare sempre il lato positivo, elaborare le sconfitte e volgersi subito verso le nuove porte che quella situazione ti sta aprendo. Un po’ come con il corpo: mai concentrarsi sulla parte dolorante ma concentrarsi sulle parti del corpo che funzionano e stanno bene, e poi fidarsi. 
In modo pratico consiglio anche di saper fare più cose: che il direttore di una compagnia possa fare non solo l’artista o che riesca ad avere a fianco un collaboratore molto vicino e fidato che possa prendere un ruolo manageriale. Una compagnia è una sorta di piccola azienda dove si deve curare sia il lato artistico che quello burocratico. E’ un impegno di responsabilità anche rispetto alla società, laddove si percepiscono finanziamenti pubblici; è una macchina complessa di cui spesso l’artista preferirebbe non occuparsi ma io consiglio ai più giovani di imparare a 360° i meccanismi che ruotano intorno alla produzione di spettacoli e alla gestione di una compagnia, per poter fare della propria passione un lavoro e, nello stesso tempo, poter dar lavoro ad altri.   

Un augurio al tuo pubblico:
L’augurio al mio pubblico è quello di avere sempre fiducia nell’arte, fiducia nelle strutture perché nel momento in cui dai fiducia puoi accogliere proposte artistiche diverse, fruire, vivere l’arte senza necessariamente giudicarla. L’augurio è anche quello di trovare le forze e le energie di uscire da casa frequentare i teatri, essere sempre curiosi perché la curiosità è vita! Se perdiamo la curiosità, il gusto di sorprenderci -anche in qualche modo il rischio essere sorpresi- la vita diventa più grigia.
 
Cosa ha ispirato il tuo spettacolo in 3 parole: 
Pasolini, a questo intellettuale, letterato, drammaturgo e regista va la mia grande stima e affetto. La relazione con sua madre è stato uno dei motivi principali per cui ho deciso di omaggiare questo grande autore italiano del 900. Pasolini nel suo aspetto più intimo, interiore, esistenziale e soprattutto nel suo rapporto primordiale con la madre: un tema per me fondamentale ed universale dell’essere umano. Vediamo tutti i giorni l’importanza che può avere questo tipo di relazione: un rapporto infinito, che dura per sempre anche dopo la scomparsa di questa figura. 
Questa relazione è l’incipit per cui ho deciso di lavorare intorno alle poesie del Pasolini bucolico, anche nel suo periodo friulano, in quanto è stata una parte di infanzia molto felice prima di affrontare tutta una serie di inquietudini e di situazioni molto dure. Rappresenta anche una parte molto felice e l’aspetto più tenero, andare anche alle origini del Pasolini che poi conosciamo più adulto e più maturo. 
 
Ora convincimi a venire a vederlo:
Se siete curiosi e se avete voglia di commuovervi questo è uno spettacolo da vedere, per toccare le corde più tenere del vostro io, le corde più intime e spesso inespresse nella vita di tutti i giorni. Questo spettacolo è, senza volere, uno spettacolo che commuove e siamo stati felici di aver indagato e di esserci immersi in una comune profondità, in una ricerca di emozioni intime ma anche semplici e comuni a tutti noi.

Giovanni Leonarduzzi // SYMPÓSION

Sei già stato a Gorizia?
Se sì, una cosa che non hai mai più scordato:
di Gorizia non dimentico mai la malinconia, mista ad un' incredibile forza, di una città con un passato molto importante e particolare.

Secondo la tua personale esperienza:
La danza è...rinuncia
La danza può...farti star bene
La danza sarà............la mia rovina!!!

La cosa più difficile che la danza ti ha fatto sperimentare:
quanto il corpo sia sensibile e delicato e quanto tutto dipenda dal benessere di esso.

La cosa più bella che la danza ti ha fatto scoprire:
quanto il corpo sia sensibile e delicato e quanto tutto dipenda dal benessere di esso!!

Un consiglio a una compagnia che inizia:
Non saprei quale consiglio dare, Bellanda stessa è una compagnia che sta iniziando ora...

Un augurio al tuo pubblico:
spero che SYMPÓSION vi piaccia (ma forse questo è più un augurio a noi...!).

Cosa ha ispirato il tuo spettacolo, in 3 parole:
Ermafrodita – coppie - mito

Ora convincimi a venire a vederlo:
Cos'altro c'è da fare il 14 Ottobre, a Gorizia, se non andare vedere gli spettacoli di Visavì?!

Davide Valrosso // SYMPOSiUM

Sei già stato a Gorizia?
Se penso a Gorizia ovviamente penso ad Artisti Associati, con loro ho un rapporto orizzontale di fiducia e rispetto, e quindi ad una buona casa nella quale abitare.

Secondo la tua personale esperienza:
La danza è
un' amplificazione dell’ esperienza continua che possiamo avere con il nostro corpo e quello dell’altro nello e con lo spazio, così come la musica con la quale entriamo spesso in relazione è un'amplificazione del ritmo del nostro cuore.
La danza può.
La danza è una parola che attualmente porta in se' un significato troppo generico e confuso. Io posso limitarmi a parlare solo del mio tentativo di aprire visioni e suggestioni, creare e fortificare relazioni, lavorare sul valore della differenza e dell’importanza di sviluppare una società empatica.
La danza sarà,
la danza ci sarà sempre e sarà sempre espressione del tempo in cui viviamo, ma anche guizzo ribelle del suo opposto.

La cosa più difficile e la cosa più bella che la danza ti ha fatto sperimentare:
non c'è stata mai nella mia danza una singola conoscenza che poi non si sia trasformata in qualcosa di importante nella mia vita e viceversa: sono due parti della stessa cosa.

Un consiglio a una compagnia che inizia:
domandarsi sempre il perché, senza affidarsi a nessuna risposta definitiva. Non è poi così importante la risposta se non si resta in continuo ascolto e soprattutto se non si ricerca la propria verità, al di là dei trend o dei luoghi comuni. Essere davvero liberi è la sfida più grande.

Un augurio al tuo pubblico:
L’augurio è stare insieme, divertirci e stare bene. Lo inviterei ad aprire spazi di riflessione semplicemente volando via con la fantasia e, perché no, emozionandosi.

Cosa ha ispirato il tuo spettacolo, in 3 parole: il lavoro è davvero una sfida, è sempre nuovo e unico, nasce dall’incontro con un musicista del territorio che incontro poche ore prima. Relazione e istinto fanno da padrone e poi è connesso ad un'esperienza che ho vissuto nella stazione di Bologna.

Ora convincimi a venire a vederlo:
non parlerò del mio lavoro, ma di me. Venite a trovarmi, a conoscermi e a scoprire, in una maniera che non posso rivelarvi, gli spettatori che vi hanno preceduto. Vi aspetto.

MN Dance Company // VISAVÌ EXPERIMENTAL CONTEST

Sei già stato a Gorizia?
Se sì, una cosa che non hai mai più scordato:
Siamo di Nova Gorica. La cosa che ci piace di più della nostra zona è che puoi trovare un ottimo caffè italiano e una tipica prekmurska slovena a neanche 5 minuti di distanza.

Secondo la tua personale esperienza:
La danza è un’espressione molto onesta di ciò che le parole non possono descrivere.
La danza può esplorare e andare oltre i confini del corpo e della mente.
La danza sarà sempre nel nostro menù.

La cosa più difficile e la cosa più bella che la danza ti ha fatto sperimentare:
Non c’è niente di difficile nella danza.

La cosa più bella che la danza ti ha fatto scoprire:
Raccontare storie dal nostro punto di vista attraverso il movimento, pensiamo sia la cosa più bella che la danza ci ha fatto scoprire.

Un augurio al tuo pubblico:
Al festival presentiamo la versione breve di una performance che debutterà il 17 novembre al Teatro Nazionale Sloveno di Nova Gorica.

Cosa ha ispirato il tuo spettacolo, in 3 parole:
Perpetuum Mobile, Leonardo Da Vinci, arte

Ora convincimi a venire a vederlo:
Il nostro scopo è offrire al pubblico un’esperienza unica di danza contemporanea che promuove la diversità ed esplora i confini in movimento.