sabato 30 ottobre 2021 18:30

CINQUE DANZE PER IL FUTURO
Davide Valrosso

sabato 30 ottobre 2021 18:30
Nova Gorica, SNG Teatro Nazionale Sloveno

Davide Valrosso

CINQUE DANZE PER IL FUTURO

Prima mondiale


concept Davide Valrosso
con Davide Valrosso
musiche originali eseguite dal vivo Daniele Gherrino
collaborazione all’ideazione Valeria Vannucci
produzione NINA
con il sostegno di ADH – Anghiari Dance Hub, Körper, a.ArtistiAssociati, C.I.M.D, PARC Performing Arts Research Centre, Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e di Fondazione CR Firenze
in collaborazione con Fuori Programma Festival/Teatro Biblioteca Quarticciolo, ARTEFICI.ResidenzeCreativeFvg / ArtistiAssociati
Foto: Guido Mencari
Foto: Giovanni Chiarot

Due presenze sulla scena, un danzatore e un musicista, intessono un corredo di connessioni, relazioni, scambi, apparizioni, destrutturazioni che dal primo al quinto capitolo concretizzano un andirivieni di immagini o immaginari essenziali, sconfinando nel contatto o nella distanza fra i ruoli, nell’assenza o nell’alternarsi dei performer, nel dismettere i propri panni per vestire quelli dell’altro.
Cinque danze per il futuro mescola il concetto di corpo performativo costruendo un organismo scenico di forma ibrida fra danza e concerto. Si nutre delle particolarità di ognuno degli interpreti, che uniti portano in scena il proprio bagaglio di elementi necessari per il futuro.

Davide Valrosso è artista associato al Festival Oriente Occidente e lavora con Balletto di Roma, Attakkalari Bangalore (India), Polish Dance Theatre. Con i suoi spettacoli ha partecipato a numerosi festival, sia in Italia che all’estero (in Spagna, Romania, Croazia, India e Corea). Come formatore lavora con realtà come l’Accademia Nazionale e il Balletto di Toscana ed è coordinatore di C.I.M.D. Nel 2020 fonda la compagnia da lui diretta NINA.

intervista

Sei già stato o stata a Gorizia? 
Sì, sono stato più volte a Gorizia, è una città che mi ha accolto e in cui ho avuto l’opportunità di sviluppare le mie opere. La prima volta che sono stato in questo luogo fu una decina di anni fa, ero molto giovane e interpretavo il ruolo di un poeta goriziano.

Se sì: cos’è che non vedi l’ora di rifare? 
La mia ultima produzione debutterà proprio nell’ambito di Visavì e non vedo l’ora di condividere la sintesi di questo anno di lavoro.

Quando sarà finito Visavì cosa ti aspetta? 
Il lavoro ha già suscitato molto interesse e dopo il debutto continuerà la tournée di Cinque danze per il futuro.

Hai il potere di fare una cosa per cambiare il mondo della danza: cosa fai? 
Più che cambiare il mondo della danza immaginerei un mondo con più danza, una danza come strumento per eliminare le barriere e creare ponti, una danza per meglio accogliere se stessi e gli altri. Come afferma il famoso anarchico russo Pëtr Alekseevič: «Se riuscissimo a metterci nei panni dell’altro, tanto da sentire gli altri come fossimo noi, non avremmo più bisogno di regole perché agiremmo per il sentire comune…».

Se potessi dare un consiglio a te stesso bambino o bambina, quale sarebbe? 
Di continuare a danzare sotto la pioggia senza sosta, anche se si rischia il raffreddore.

E a una compagnia che inizia adesso? 
Credo sia molto importante cercare di definire la natura della propria identità, elemento indispensabile che ti permette instaurare un rapporto più chiaro col pubblico e aiutandoti a sostenere meglio le difficoltà pratiche che fanno parte di questo lavoro.

Cos’è la danza per te, in tre parole. 
Linguaggio, medium, possibilità.

Spiegami in modo semplice di cosa parla il tuo spettacolo. Ora convincimi a venire a vederlo :)
Quest’ultimo lavoro ha come sua caratteristica la possibilità di comunicare trasversalmente su diversi piani. Ho cercato di reagire all’ultimo periodo immaginando cinque quadri coreografici proiettati su cinque elementi che vorrei non andassero persi nel futuro: libertà, gioco, condivisione, immaginazione, possessione. Insieme a me ci sarà un bravissimo musicista che suona la chitarra elettrica con un archetto, come se fosse un contrabbasso, dovresti proprio venire a vederlo.